Visioni

Il cinema di Hamaguchi, una vertigine sospesa tra il destino e la fantasia

Il cinema di Hamaguchi, una vertigine sospesa tra il destino e la fantasiaDrive My Car

Immaginari In lizza agli Oscar per il miglior film internazionale con «Drive My Car», il regista giapponese fa incontrare nelle sue opere letteratura e immagini in uno spazio di coesistenza

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 29 dicembre 2021
Un regista forse anomalo Ryusuke Hamaguchi nel quadro del cinema giapponese degli ultimi quarant’anni, anche se tra gli anfratti dei dialoghi e dei silenzi che sono la sostanza dei suoi film e si ricollegano a grandi direttori di dialoghi come Ozu, proprio rispetto alla messa in scena, alla distribuzione nello spazio dei parlanti, emerge un elemento focale di quel quadro, il corpo, così centrale nell’arco cinematografico esteso da Wakamatsu e Oshima a Tsukamoto, con in mezzo registi in diverso modo «carnali» come Kitano, Takeshi Miike, Sion Sono, Aoyama. UN CORPO ora raccontato, immaginato più che mostrato e una sessualità laconica,...

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