Alias

Il cinema di Hintermann, golem e immanenza

Il cinema di Hintermann, golem e immanenza

Intervista Il regista di «The Book of Vision» parla del suo lavoro e del suo impegno per un cinema della «fragilità»

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 3 ottobre 2020
Carlo S. Hintermann – figlio d’arte, produttore, regista, esperto del suono e musicista – dopo esperienze cinematografiche numerose e molto diverse tra loro, arriva al suo primo lungometraggio a soggetto, The Book of Vision, un rischioso e inusitato racconto filosofico presentato prima a Venezia 77, come film d’apertura fuori concorso della SIC, e nei prossimi giorni anche nel concorso internazionale del Festival di Varsavia e nella selezione internazionale del Festival di Istanbul. Al centro il racconto sospeso, materialistico ma trascendente, realistico ma antinaturalistico che congiunge nel corpo di una donna il Settecento dilaniato tra il razionalismo dei lumi, l’alba delle...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi