Cultura
Il contropotere è cittadino
Davide Harvey Un’intervista con il geografo statunitense, ospite di un convegno a Bologna. L’erosione del Welfare State alimenta l’«urban crisis» e uno spostamento di ricchezza verso le corporation. «Lo Stato nazionale è uno spazio politico che non va rifiutato. Senza però diventare prigioniero di esso»
Subodh Gupta, «Silk Route»
Davide Harvey Un’intervista con il geografo statunitense, ospite di un convegno a Bologna. L’erosione del Welfare State alimenta l’«urban crisis» e uno spostamento di ricchezza verso le corporation. «Lo Stato nazionale è uno spazio politico che non va rifiutato. Senza però diventare prigioniero di esso»
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 13 luglio 2017
L’incontro con David Harvey è avvenuto a Bologna, dove il geografo marxista statunitense è stato invitato dalla «Academy of Global Humanities and Critical Theory» quale relatore di due incontri: un dialogo critico con Sandro Mezzadra e la presentazione di una relazione chiamata «Sovranità, movimenti sociali e il diritto alla città». Iniziamo dalle origini, col tuo arrivo a Baltimora negli anni Sessanta. Come decidi di adottare Marx e la città quali imprescindibili tasselli della tua analisi? Sono andato a Baltimora interessato alle lotte sociali che erano in corso nelle zone urbane degli Stati Uniti, mentre era in pieno svolgimento l’Urban crisis....