Cultura
Il corpo ha una sua militanza
Intervista Un incontro con Rachele Borghi, geografa, performer e attivista transfemminista in occasione del convegno francese «Espaces genrés, sexués, queer». «Anche il corpo delle suffragette aveva un suo valore performativo»
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Intervista Un incontro con Rachele Borghi, geografa, performer e attivista transfemminista in occasione del convegno francese «Espaces genrés, sexués, queer». «Anche il corpo delle suffragette aveva un suo valore performativo»
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 2 novembre 2017Edizione 02.11.2017
Francesca MaffioliPARIGI
Lo spazio pubblico non è mai neutro, la sua percezione cambia in relazione alla nostra appartenenza – intersezione che delinea trasversalmente la nostra identità in quanto soggetti: non solo attraverso il genere ma anche incontrando altre categorie, sociali e culturali. Si tratta di comprendere in che misura il proprio approccio al mondo e allo spazio sia situato, cioè condizionato da diversi caratteri che si incarnano. Negli Stati uniti, le teorie di genere e della sessualità hanno intercettato l’architettura almeno a partire dagli anni Settanta, non solo con finalità legate alle lotte comuni contro i principi gerarchici del sistema patriarcale o...