Internazionale
Il crimine di essere donna. In Afghanistan «è ora di riconoscere l’apartheid di genere»
Intervista Parla l’attivista Metra Mehran, in esilio dal 2021: «Il diritto internazionale vale solo per la discriminazione razziale. Oggi per abusi come quelli compiuti dal regime dei Talebani non c’è responsabilità giuridica. L’Onu sembra prendere tempo, ma per noi non c’è più tempo»
L’attivista afghana Metra Mehran
Intervista Parla l’attivista Metra Mehran, in esilio dal 2021: «Il diritto internazionale vale solo per la discriminazione razziale. Oggi per abusi come quelli compiuti dal regime dei Talebani non c’è responsabilità giuridica. L’Onu sembra prendere tempo, ma per noi non c’è più tempo»
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 16 luglio 2024
«Dieci Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Australia, Austria, Cile, Filippine, Malta e Messico, hanno approvato la codifica dell’apartheid di genere o la sua inclusione nel Trattato sui crimini contro l’umanità, che verrà nuovamente discusso il prossimo 10 ottobre: invito i cittadini italiani a chiedere al loro governo di appoggiare la codificazione dell’apartheid di genere». Va dritta al punto l’attivista afghana Metra Mehran, dal 2021 in esilio e residente negli Stati Uniti, dove collabora con l’Atlantic Council e dove contribuisce alla campagna sul Gender Apartheid. L’abbiamo incontrata a Roma, dove ha trascorso alcuni giorni fitti di appuntamenti su invito della...