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Il dito e la luna, le foibe e la memoria del fascismo
Tomaso Montanari Tra strumentalizzazioni di opinioni e falsità conclamate, l'agire di un intellettuale critico come Tomaso Montanari ha scatenato una gazzarra a tratti grottesca ma rappresentativa ed inquietante del presente e del futuro dell'eredità della Resistenza nella Repubblica
Tomaso Montanari
Tomaso Montanari Tra strumentalizzazioni di opinioni e falsità conclamate, l'agire di un intellettuale critico come Tomaso Montanari ha scatenato una gazzarra a tratti grottesca ma rappresentativa ed inquietante del presente e del futuro dell'eredità della Resistenza nella Repubblica
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 31 agosto 2021
Nel giugno del 1953, per la prima volta dalla fine della guerra, si formò il gruppo dei deputati del Msi in Parlamento. Fu allora che Piero Calamandrei dedicò a donne e uomini della Resistenza una sua celebre ode che li invitava a «non rammaricarsi se nell’aula ove fu giurata la Costituzione murata col vostro sangue sono tornati i fantasmi della vergogna». Per il padre costituente era bene che i fascisti fossero «esposti «perché tutto il popolo riconosca i loro volti e si ricordi». Difficilmente avrebbe immaginato che oggi riconoscere quei fantasmi potesse rovesciare impunemente il senso di quella storia. Così...