Cultura
Il fine ultime della comunità
Tempi presenti In tempi recenti, i beni comuni hanno visto la critica dei feticisti dei diritti individuali che ne stigmatizzano la deriva comunitaria. L’esistenza di diffuse pratiche politiche e sociali segnala invece la loro capacità di offrire un’alternativa al neoliberismo
– "Cell XX" di Louise Bourgeois
Tempi presenti In tempi recenti, i beni comuni hanno visto la critica dei feticisti dei diritti individuali che ne stigmatizzano la deriva comunitaria. L’esistenza di diffuse pratiche politiche e sociali segnala invece la loro capacità di offrire un’alternativa al neoliberismo
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 2 luglio 2013
Marco Bascetta, in un lungo intervento dal titolo «I confini mobili della collettività» pubblicato su queste pagine («Il manifesto», 21/5/2013) propone un’opposizione fra «la stucchevole retorica dei beni comuni e le pulsioni comunitaristiche nostalgiche e premoderne che la attraversano» (in cui indulgerebbe il mio Beni Comuni. Un Manifesto) e l’approccio del Comune di Hardt e Negri: «Del tutto diverso e scevro da ogni tentazione di tracciare un modello ideale di società». Non esisterebbe dunque alcuna dottrina «bene-comunista» (da cattivi maestri) che si oppone all’uso «buono» dei beni comuni (a là Commissione Rodotà per intenderci) come invece sostiene, sempre più vocalmente,...