Visioni
«Il freestyle a teatro per svegliare la mia terra»
Intervista Damiano Rossi «Capatosta» racconta la sua rilettura contemporanea della celebre maschera di Pulcinella, in scena il 18 novembre al festival Confini Aperti di Napoli. Le ferite del casertano, la necessità di agire, l’iniziazione alla musica e il rapporto con la tradizione
Damiano Rossi «Capatosta» in «Rap - Requiem a Pulcinella» – foto di Marco Mancini
Intervista Damiano Rossi «Capatosta» racconta la sua rilettura contemporanea della celebre maschera di Pulcinella, in scena il 18 novembre al festival Confini Aperti di Napoli. Le ferite del casertano, la necessità di agire, l’iniziazione alla musica e il rapporto con la tradizione
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 16 ottobre 2022
In una cripta-discarica, tra lumini, sacchi della spazzatura e lattine riciclate, viene riesumato Pulcinella. Destato dal sonno, si produce in un cunto amaro e incalzante. Su un ritmo misto tra tammorriata e break dance, racconta una storia in versi freestyle. La Campania Felix – ex «terra di lavoro» – oggi è un pozzo di veleni interrati e bruciati, luogo d’arrivo di bastimenti di manodopera da sfruttare e ammazzare, madre matrigna da cui fuggire, dove niente succede e tutto tace, nell’immobilità e nell’indolenza generale. Pulcinella nel 2023 ha una barba lunga e una giacca sdrucita; si muove a scatti e parla...