Economia

Il governo dei «migliori»: storia di un’implosione

Mario Draghi, foto AnsaMario Draghi – Ansa

PataDrag Dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale la crisi del "governo di larghe intese" e "senza formule politiche" si è scatenata. Veti incrociati, maggioranze variabili, tiri mancini, tutti contro tutti: dal green pass, al catasto fino al «reddito di cittadinanza». Italia Viva non ha votato la riforma Cartabia, La Lega era «pronta a tutto contro Cannabis e Ius scholae», i Cinque stelle attaccati per non avere votato il "Decreto Aiuti". La crisi di un sistema che voleva coniugare politiche opposte nelle mani di un nocchiero che ha perso la strada. Poi il crollo

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 21 luglio 2022
Dopo la rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella l’implosione del governo di «unità nazionale», e «senza formule politiche» guidato da Mario Draghi è stata lenta e inesorabile. Il suo esecutivo avrebbe dovuto sciogliere le differenze politiche tra le varie forme del populismo (di destra e di sinistra, neoliberale e tecnocratico, alto e basso) in un’unità guidata da un esperto nocchiero. È finita diversamente. Negli ultimi sei mesi, a seguito della crisi economica esplosa con la guerra russo-ucraina che si è sommata a quella pandemica mai finita, la maxi-maggioranza è stata squassata da spinte contrapposte e inconciliabili arrivate da tutte le...

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