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Il «governo del cambiamento» non cambia canale
Presenze in tv A Salvini e Di Maio la monocomunicazione sui social non basta. Sulle reti generaliste si «mangiano» tra il 43 e il 45% del tempo, come il premier di turno negli altri governi. La vera novità è la furia filogovernativa di La7 e Sky, dove secondo l’Agcom i vicepremier giallobruni superano il 50% con punte del 58% del tempo di parola
Telecamere a Pazzo Chigi – Andrea Sabbadini
Presenze in tv A Salvini e Di Maio la monocomunicazione sui social non basta. Sulle reti generaliste si «mangiano» tra il 43 e il 45% del tempo, come il premier di turno negli altri governi. La vera novità è la furia filogovernativa di La7 e Sky, dove secondo l’Agcom i vicepremier giallobruni superano il 50% con punte del 58% del tempo di parola
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 29 dicembre 2018
Che c’è di nuovo nell’informazione dopo l’avvento del governo Conte? È mutato qualcosa rispetto al passato sul fronte del pluralismo? Ai tiggì dopo il cambio dei direttori che aria tira? Alla prima domanda risponderemmo che non c’è niente di sostanzialmente nuovo. Alla seconda che ciò che è mutato nello squilibrato pluralismo tv è lo spazio che si prende non tanto il governo, ma quella piccola parte di esso targata Salvini-Di Maio; quanto alla terza è ancora presto per dirlo ma i numeri, quelli dell’Agcom, ci raccontano di una sostanziale continuità col passato. In quest’ultimo caso, ad esempio, ministri e premier...