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Il governo italiano tra «ordinarietà» e senso di colpa

Il governo italiano tra «ordinarietà» e senso di colpaGiulio Regeni

Verità per Giulio Regeni Nove mesi fa iniziava l'agonia del nostro ricercatore. Non si può escludere che nell’atteggiamento del governo italiano, prudente fino all’inerzia, pesino altre considerazioni oltre quelle relative al ruolo geo-strategico dell’Egitto verso Daesh, e all’appartenenza alla medesima alleanza politico-militare; e oltre quelle relative alla consistenza degli interessi economici e commerciali del nostro paese

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 25 ottobre 2016
Esattamente nove mesi fa, la sera del 25 gennaio del 2016, iniziava la lunga agonia di Giulio Regeni, rapito torturato e infine ucciso al Cairo. Ci chiediamo oggi dove ci abbiano condotto questi nove mesi, quali risposte abbiano offerto, di quali e quanti mezzi siamo stati capaci di dotarci – le istituzioni italiane, il governo, l’opinione pubblica – perché la ricerca della verità non si arenasse. Insomma, cosa abbiamo fatto, e cosa ha fatto in particolare l’esecutivo, per fronteggiare l’enormità di una tale tragedia? Com’è noto, l’8 aprile scorso il ministero degli Esteri ha richiamato in Italia Maurizio Massari, l’ambasciatore...

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