Visioni
Il graffio di Wim Vandekeybus
A teatro Incontro con il coreografo fiammingo, il 30 ottobre in scena con «Hands do not touch your precious Me». «Ho bisogno di partire dal quadro completo. Non parto mai dai dettagli perché può capitarti di trovare qualcosa che in sé funziona ma non c’entra nulla con la visione d’insieme»
«Hands do not touch your precious Me» – foto di Danny Willems
A teatro Incontro con il coreografo fiammingo, il 30 ottobre in scena con «Hands do not touch your precious Me». «Ho bisogno di partire dal quadro completo. Non parto mai dai dettagli perché può capitarti di trovare qualcosa che in sé funziona ma non c’entra nulla con la visione d’insieme»
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 24 ottobre 2020
Francesca PedroniFERRARA
Il suo graffio fisico, dinamico, vibra in una danza dall’inconfondibile respiro cinematografico. Le sue creazioni, che siano concepite per uno spazio teatrale tradizionale, per set dal vivo non canonici, per film o anche streaming digitali come di recente con l’inglese Rambert Dance, elettrizzano rendendo la prospettiva di osservazione emotivamente tridimensionale. Sono lavori che trascinano l’occhio verso le molteplici angolature del materiale in movimento, come se anche chi guarda vivesse l’esperienza dall’interno dell’inquadratura. È Wim Vandekeybus, coreografo, danzatore, regista, fotografo, filmmaker fiammingo, che, con la sua storica compagnia di Bruxelles Ultima Vez è atteso il 30 ottobre nella stagione di danza...