Internazionale
Il jihad offensivo si autolegittima con l’attacco agli sciiti
Attacco a Teheran Da al-Zarqawi al califfo al-Baghdadi, l'obiettivo è l'annullamento degli «idolatri» secondo la dottrina salafita. Simbolici i target di ieri: sciismo e sistema parlamentare, «venerazioni estranee a Dio»
Il leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi
Attacco a Teheran Da al-Zarqawi al califfo al-Baghdadi, l'obiettivo è l'annullamento degli «idolatri» secondo la dottrina salafita. Simbolici i target di ieri: sciismo e sistema parlamentare, «venerazioni estranee a Dio»
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 8 giugno 2017
Ampiamente celebrati dai simpatizzanti di Abu Bakr al-Baghdadi, gli attentati di ieri a Tehran sono i primi significativi compiuti in Iran dallo Stato Islamico. Seguono altri tentativi non riusciti, o sventati dai capillari apparati di sicurezza della Repubblica islamica. Un paese che è nelle mire dell’Is da molti anni. Sin da quando il padre putativo del movimento, il jihadista giordano Abu Musab al-Zarqawi, si scontrava con la leadership di al-Qaeda proprio sulla legittimità e sull’utilità di colpire i «rafiditi», termine dispregiativo con cui i militanti radicali sunniti designano gli sciiti, coloro che hanno abbandonato la vera fede. Già per al-Zarqawi...