Lavoro

Il lavoro nello sport è sempre più grigio, sfruttato e senza diritti

Il lavoro nello sport è sempre più grigio, sfruttato e senza dirittiUna palestra

Ricerca Cgil L'85 per cento dei 90mila addetti ha contratti precari. Nell'ultima manovra il ministro Lotti ha creato le società sportive dilettantistiche a fini di lucro: aumentata la soglia di esenzione fiscale fino a 10mila euro annui di compenso

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 13 gennaio 2018
Ha molti più occupati della gig economy: 90 mila diretti e ben un milione di volontari. E per chi ci lavora le condizioni continuano a peggiorare. Lo sport in Italia è un gigante sempre più privatizzato in cui chi fa business ha la strada spianata e chi ci lavora è un fantasma senza diritti e tutele. Per fare luce su questa «zona grigia» fatta di tecnici, giocatori semiprofessionisti, istruttori, insegnanti, arbitri ma anche di personale amministrativo pagati con semplici rimborsi spesa – 88.614 lavoratori retribuiti impiegati nel settore, di cui l’85 per cento (pari a 75.475) sono retribuiti con forme...

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