Internazionale
Il mal di Abkhazia nel sanatorio degli sfollati
Reportage A Tskhaltubo, in Georgia, negli edifici cadenti di quella che fu un tempo rinomata località termale, dal 1992 hanno trovato asilo le famiglie georgiane fuggite dalla guerra e dalla pulizia etnica nella regione autoproclamatasi indipendente con l'appoggio della Russia. Doveva essere una soluzione tampone, ma in molti sono ancora lì
L'interno del sanatorio Metallurgist – Linda Caglioni
Reportage A Tskhaltubo, in Georgia, negli edifici cadenti di quella che fu un tempo rinomata località termale, dal 1992 hanno trovato asilo le famiglie georgiane fuggite dalla guerra e dalla pulizia etnica nella regione autoproclamatasi indipendente con l'appoggio della Russia. Doveva essere una soluzione tampone, ma in molti sono ancora lì
Pubblicato 2 mesi faEdizione del 11 settembre 2024
Linda CaglioniTskhaltubo (Georgia)
Nella città georgiana di Tskhaltubo i turisti stranieri trascorrono oggi solo una manciata di ore. Il tempo di fare un’escursione tra le pareti sverniciate dei suoi edifici fatiscenti, di immortalare i lampadari di cristallo che pendono dai soffitti ricoperti di muffa. Le tracce di un’opulenza dimenticata resistono al tempo in questa città della Georgia occidentale che fino agli anni Novanta, grazie alle rinomate proprietà della sua acqua termale, fu ambita meta turistica per migliaia di visitatori sovietici in cerca di benessere. «LA GENTE ARRIVAVA dal territorio russo tutto l’anno per sfruttare gli effetti salutari dell’acqua di Tskhaltubo. All’epoca i 14...