Italia

Il Meazza in bilico tra riciclo e rimpiazzo

Il Meazza in bilico tra riciclo e rimpiazzo

San Siro Uno stadio che non colpisce certo per la qualità intrinseca delle sue strutture architettoniche, ma è comunque un deposito di memoria sportiva, sociale e cittadina

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 23 maggio 2020
I fatti sono noti: le due società calcistiche milanesi ritengono che la buona e vecchia architettura dello stadio Giuseppe Meazza, realizzato nel 1926 e successivamente ristrutturato e ampliato nel 1935, 1955, nel 1990 e nel 2015/16, abbia raggiunto il limite massimo di trasformabilità. Seguendo quindi una tendenza ormai consolidata globalmente, Juve docet, i team milanesi hanno cominciato a lavorare per avere uno stadio moderatamente più piccolo, possibilmente di proprietà, possibilmente dotato di quegli annessi e connessi economici che hanno convinto gli amministratori di tutte le squadre del mondo che lo stadio di proprietà «è un affare» e anche un plus...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi