Italia
Il memorandum italo-libico è l’«inferno» dei migranti
Mediterraneo Nei 5 anni dell’accordo 8mila morti, 80mila intercettazioni e un sistema di abusi e violenze. Avrebbe dovuto fermare partenze e naufragi, ha favorito il business dei trafficanti
Migranti nel centro di detenzione di Abu Salim – Ap
Mediterraneo Nei 5 anni dell’accordo 8mila morti, 80mila intercettazioni e un sistema di abusi e violenze. Avrebbe dovuto fermare partenze e naufragi, ha favorito il business dei trafficanti
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 1 febbraio 2022
Domani saranno trascorsi cinque anni dal memorandum siglato il 2 febbraio 2017 dagli allora primi ministri Paolo Gentiloni, per l’Italia, e Fayez al-Sarraji, per il governo di riconciliazione nazionale libico. Nelle ragioni ufficiali avrebbe dovuto fermare partenze e morti in mare. Nella realtà ha alimentato violazioni dei diritti, detenzioni arbitrarie, vittime innocenti e lucrosi business sulla pelle dei migranti. A TIRARE LE SOMME è Oxfam che dal 2017 stima 8mila morti in quel tratto di mare e 80mila intercettazioni della «guardia costiera libica». Di queste oltre la metà sono avvenute mentre al Viminale sedeva Luciana Lamorgese: 46.700, con una media...