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Il mondo di Paul, tra cuori instabili e un’allegra anarchia

Il mondo di Paul, tra cuori instabili e un’allegra anarchiaHarry e Tonto

Hollywood É morto Mazursky, il regista di «Stop a Greenwich Village», protagonista negli anni ’70 di quel cinema americano influenzato dagli autori europei

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 3 luglio 2014
Solo quando un artista del calibro di Paul Mazursky viene a mancare, ci si rende conto del vuoto che lascia dietro di sé. Nel decennio settantesco, Mazursky sembrava, a torto, un autore di seconda fila. Citato sovente insieme a un altro sottovalutato come Hal Ashby. La costanza qualitativa del suo lavoro, sia in veste di sceneggiatore sia di regista, aveva paradossalmente alimentato l’idea di Mazursky come un regista «scontato», che in qualche modo c’era comunque. Ammettiamo che gli esiti registici, non sempre brillanti, dai tardi anni Ottanta in avanti abbiano prodotto l’immagine di un autore che viveva di rendita adagiato...

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