Visioni

Il mondo grottesco e inconoscibile della selvaggia «Giulia»

Il mondo grottesco e inconoscibile della selvaggia «Giulia»Una scena da «Giulia - Una selvaggia voglia di libertà»

Al cinema Nel film di Ciro De Caro la forma è precaria come i personaggi, tra realismo, umorismo e malinconia

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 3 marzo 2022
Straniante, per certi versi kafkiano, immerso in uno spazio-tempo torrido, teso tra torpore e reazione; stasi, necessità domestica e un istinto animalesco a muoversi, Giulia – una selvaggia voglia di libertà, è un film sfuggente come la sua protagonista, difficile da classificare, se si pensa alla prima parte, quasi documentale, con una macchina da presa inquieta, nervosa, che fa pensare ai Dardenne (eppure c’è nello sguardo di De Caro qualcosa di gioioso, di entusiasta, di rado riscontrabile nei Dardenne), e una seconda parte che s’accosta alla commedia, a quello spirito autoironico, grottesco e intimamente drammatico di Ecce Bombo. Ma è...

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