Visioni
Il mondo in una canzone
Intervista Otar Iosseliani racconta «Chant d’hiver», il suo nuovo film in gara al Festival di Locarno. «Nel cinema bisogna metterci l’anima, i commercianti invece pensano solo ai soldi. Ma allora non è più cinema». Uno sguardo anarchico sull'umano e sul presente.
Intervista Otar Iosseliani racconta «Chant d’hiver», il suo nuovo film in gara al Festival di Locarno. «Nel cinema bisogna metterci l’anima, i commercianti invece pensano solo ai soldi. Ma allora non è più cinema». Uno sguardo anarchico sull'umano e sul presente.
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 18 agosto 2015
Cecilia Ermini LOCARNO
«Sono molto serio oggi pomeriggio». Esordisce così Otar Iosseliani guardando, con curiosità infantile, nuovi sport acquatici sulle rive del lago, dall’alto della terrazza del suo hotel. Una premessa/promessa che manterrà per tutta la durata di una conversazione vagabonda e volatile, fatta di parole liquide che assumono, ogni tanto, la forma di una risposta sospesa fra una lezione di Storia e una condanna alla vuota modernità imperante. Il Cinema-Pensiero del regista georgiano intriso di entusiasmo fatalista, di partiture umaniste e di balletti ludici sul crinale del pessimismo, non può che riflettersi anche nel discorso, nei vocaboli dosati con ironia, nelle pause,...