Politica
Il no del Professore al suo Pd frankenstein
Democrack L’ultimo addio di Romano Prodi, il fondatore tradito: «Non voterò alle primarie». Dal fuoco amico ai governi di centrosinistra ai 101 cecchini ignoti, fine di un amore-odio fra un mancato presidente, la sua coalizione i suoi affondatori
Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e fondatore del Pd – Tam Tam
Democrack L’ultimo addio di Romano Prodi, il fondatore tradito: «Non voterò alle primarie». Dal fuoco amico ai governi di centrosinistra ai 101 cecchini ignoti, fine di un amore-odio fra un mancato presidente, la sua coalizione i suoi affondatori
Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 10 novembre 2013
Uno «sbattezzo», un ritiro dall’istituto della paternità – che è un rapporto giuridico e insieme affettivo -, un segnale di amaro non riconoscimento del padre per il suo frankenstein. Il no che ieri Romano Prodi ha detto alle primarie del Pd è il gesto simbolico che sancisce la mutazione genetica del suo ormai ex partito. Per questo è destinato ad avere conseguenze, e non solo simboliche, sul futuro Pd, quello nato il 19 aprile 2013 con il voto dei 101 ignoti contro la sua elezione al Colle; cresciuto nella culla tossica delle intese con il Pdl di Berlusconi – e...