Internazionale
Il no della rivoluzione: «Votare è legittimare un sistema corrotto»
Iraq Oggi gli iracheni eleggono il parlamento, ma per il movimento popolare non cambierà nulla: «Brogli, voto di scambio e armi per intimorire». Meno del solito i poster elettorali in strada: «La gente li strappa via come forma di protesta. L'unica via per il cambiamento è la piazza»
Un vigile urbano in un seggio a Bassora: il voto per militari e poliziotti è stato anticipato di due giorni – Ap
Iraq Oggi gli iracheni eleggono il parlamento, ma per il movimento popolare non cambierà nulla: «Brogli, voto di scambio e armi per intimorire». Meno del solito i poster elettorali in strada: «La gente li strappa via come forma di protesta. L'unica via per il cambiamento è la piazza»
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 10 ottobre 2021
C’è chi ha dato vita a un proprio partito, chi si è fatto ammaliare dalle sirene di fazioni legate a noti leader iracheni che hanno lavorato per accaparrarsi qualche prominente attivista della piazza. E c’è chi, la maggioranza, oggi non andrà alle urne. La Rivoluzione d’Ottobre, il movimento popolare nato nell’autunno 2019 contro corruzione, settarismo e diseguaglianze sociali, arriva alle elezioni diviso. La gran parte di chi ha reso vive le autogestioni nei presidi permanenti di piazza Tahrir, a Baghdad, e nelle città del sud sciita coinvolte nelle mobilitazioni, boicotterà il voto. La speranza di un futuro migliore non la...