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Il nodo è la Palestina occupata
Netanyahu e la «violenza» Quando diventa ancora più difficile intravedere una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese, il ricorso alla violenza torna a essere visto come l’unica risposta possibile, benché in realtà conduca a un […]
Netanyahu e la «violenza» Quando diventa ancora più difficile intravedere una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese, il ricorso alla violenza torna a essere visto come l’unica risposta possibile, benché in realtà conduca a un […]
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 8 ottobre 2015
Quando diventa ancora più difficile intravedere una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese, il ricorso alla violenza torna a essere visto come l’unica risposta possibile, benché in realtà conduca a un altro vicolo cieco. Dappertutto si levano gli alti lai dell’estrema destra israeliana: «Farla finita con il terrore…». E i media, in Israele e all’estero, analizzano sapientemente «il problema del terrore». Ma il problema è più grave: è l’occupazione, è la condizione di un popolo, i palestinesi, privato di ogni tipo di diritti e trattato brutalmente dalla potenza occupante. A breve distanza, il popolo siriano inizia a pagare il prezzo più...