Cultura

Il paesaggio perduto dell’arte

Il paesaggio perduto dell’arteLa «Tempesta perfetta» di Nanni Balestrini

Mostre Alla galleria Michela Rizzo, Nanni Balestrini presenta la sua «Tempesta perfetta», una metafora da Giorgione che abbraccia la storia contemporanea e anche l'uragano finanziario che ha investito il mondo

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 21 novembre 2015
Interpretare un’immagine, oggi, è sempre meno spiegare a parole che non produrre un’altra immagine, con un interpretante o una traduzione performativi. È propriamente metterla in scena. Dell’«opera» si sfrutta la flessione verbale (goodmaniana) più che nominale: l’operazione, l’iniziazione all’operare. Chiaramente questo fare scatena ancora discorsi sull’opera, guai se non ci fossero. Ma ad attivarla è soprattutto un’artificazione rizomatica: un’arte «relazionale» non nel senso di artisti che si relazionano con spettatori, lasciando inalterati i ruoli, ma di spettatori a loro volta artefici. Nuovi media e codici dell’arte potenziano il modo diverso, spesso e concreto, dei linguaggi della visione di esprimere il...

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