Cultura
Il panopticon della povertà
La pena infinita Dopo gli Stati Uniti, la svolta neoliberista del sistema detentivo sbarca in Italia. Crescono i detenuti, il superaffollamento delle celle, ma non decolla la privatizzazione della gestione delle prigioni. Un percorso di lettura sul carcere come una istituzione finalizzata al controllo sociale di una popolazione sempre più impoverita
"Cage à deux" di Mona Hatoum, 2002
La pena infinita Dopo gli Stati Uniti, la svolta neoliberista del sistema detentivo sbarca in Italia. Crescono i detenuti, il superaffollamento delle celle, ma non decolla la privatizzazione della gestione delle prigioni. Un percorso di lettura sul carcere come una istituzione finalizzata al controllo sociale di una popolazione sempre più impoverita
Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 3 ottobre 2013
Per fare alcune considerazioni sul rapporto stretto che lega neoliberismo e carcere, è opportuno partire dal volume di Loïc Wacquant Iperincarcerazione. Neoliberismo e criminalizzazione della povertà negli Stati Uniti (Ombre corte. Ne ha già scritto su questo giornale Vincenzo Vita il 7 giugno). È, quello dello studioso francese, un «diario della crisi» dell’Impero visto da uno dei suoi lati più oscuri: il disastro sociale, eppur funzionale e messo a valore, che l’ideologia neoliberista ha provocato negli States. Lo stesso autore con Punire i poveri. Il nuovo governo dell’insicurezza sociale (DeriveApprodi) e Simbiosi mortale. Neoliberismo e politica penale (Ombre corte), ancora...