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Il paradigma cinese e i treni già persi dall’Italia «gregaria»
Sulla Via della Seta Ripartito il presidente Xi Jinping, i nostri problemi restano. E il «nazionalismo» franco-tedesco che domina l’Ue non aiuta
Hub ferroviario di Chengdu. Container in attesa di partire su treni-merci alla volta dell’Europa – Afp
Sulla Via della Seta Ripartito il presidente Xi Jinping, i nostri problemi restano. E il «nazionalismo» franco-tedesco che domina l’Ue non aiuta
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 marzo 2019
In politica internazionale, affermava W. Churchill, non vi sono nemici eterni, ma solo interessi eterni. Il Presidente cinese Xi Jinping ha lasciato l’Italia, ma i guai italiani, che non dipendono dalla Cina (e ancora meno dal progetto Belt and Road, BRI), sono rimasti. Disoccupazione e sottoccupazione dilagano, la povertà penetra nella classe media, i servizi sociali sono smantellati, prosegue una strisciante deindustrializzazione, il lavoro di una volta è scomparso. Le ragioni di ciò dipendono dalla perdita di competitività (utilizziamo una moneta straniera e troppo forte, l’euro), dalle assurde politiche di austerità di marca tedesca, dalla pessima gestione dell’ultima globalizzazione (che...