Cultura

Il pellegrino che non si fermava mai

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La figura di Pierre Favre, oggi santo, in un libro per Jaca Book a cura di Luce Giard. E gli studi di Michel Certeau sul suo Memoriale e sul significato del suo spaesamento da viaggio

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 2 agosto 2014
Portava loro il «dono delle lacrime». Così, in una lettera inviata al priore della certosa di Treviri, il priore di quella di Colonia descriveva l’operato tra i fedeli di un «uomo di grande santità», ospite a Magonza. Era il 31 maggio 1543 e tre anni dopo, chiamato come teologo per l’occasione, mentre si accingeva a raggiungere il Concilio di Trento, quell’uomo – che rispondeva al nome di Pierre Favre – moriva di fatica mentre preparava il suo ennesimo viaggio. «Trent’anni di studio, qualche anno di ministero itinerante. Questa fu la sua vita». Così scriverà di lui Michel de Certeau, citando...

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