Cultura

Il perenne gioco al massacro di «separare l’umanità»

Il perenne gioco al massacro di «separare l’umanità»Pascale Marthine Tayou

Achille Mbembe «Necropolitica» del filosofo camerunense, edito da ombre corte, indaga la genealogia dei poteri di morte per contrastarne le insidiose metamorfosi. Tra le «geografie della crisi» che vanno interrogate: Atene, Calais, Ventimiglia, Lampedusa, Idomeni. Molti gli autori di riferimento: Arendt, Agamben, Bataille, Foucault, Gilroy e altri

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 6 dicembre 2016
Tra le «geografie della crisi» che l’Europa ci sta riconsegnando da due anni ve n’è una di particolare interesse. Questa geografia della crisi è andata materializzandosi a partire dal suo addensamento in alcuni specifici «punti nodali»: identificare la sua costituzione materiale – gli snodi e i rapporti che ne disegnano un suo particolare contorno – può essere un buon primo passo per aggiornare un discorso postcoloniale sull’Europa di oggi. I contorni di questa geografia ce li danno, come sempre, alcuni nomi: Atene, Lesvos, Calais, Ventimiglia, Lampedusa, Idomeni, Parigi, Bruxelles, Molenbeek, Como, Brennero, ma anche Brexit, Siria, Turchia e Libia. QUESTA...

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