Europa
Il petrolio del Mare del Nord divide i nazionalisti scozzesi
Verso la Cop26 di Glasgow «It’s Scotland’s oil», il vecchio slogan indipendentista di fronte alla nuova spinta ecologista. Nello stesso Snp, grazie soprattutto al contributo degli iscritti più giovani, cresce la fronda interna schierata per l’interruzione delle trivellazioni
Protesta di Greenpeace davanti a una piattaforma della British petroleum nel Mare del Nord; in basso la premier scozzese Nicola Sturgeon – Greenpeace e Ap
Verso la Cop26 di Glasgow «It’s Scotland’s oil», il vecchio slogan indipendentista di fronte alla nuova spinta ecologista. Nello stesso Snp, grazie soprattutto al contributo degli iscritti più giovani, cresce la fronda interna schierata per l’interruzione delle trivellazioni
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 22 novembre 2020
Marco RuggieriEDIMBURGO
It’s Scotland’s oil! è stato uno degli slogan più efficaci nella campagna per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito dagli anni Settanta in poi. Il motto sintetizza l’idea per cui solo la Scozia, e non l’intera Unione, debba beneficiare delle ingenti risorse petrolifere presenti nei mari scozzesi. Tuttavia, la crescita della spinta ecologista all’interno del partito di governo filoindipendentista Snp, rende quello slogan sempre più scomodo. Il fronte di contrari allo sfruttamento del petrolio scozzese si allarga a macchia d’olio. Le divisioni interne al partito sembrano ricalcare quelle dell’opinione pubblica: è il caso – ci si chiede – di rinunciare...