Visioni

Il piccolo Atari e il cane Spots, l’innocenza della rivoluzione

Il piccolo Atari e il cane Spots, l’innocenza  della rivoluzione

Al cinema «Isle of Dogs»,Wes Anderson torna all’animazione con un omaggio al Giappone e a Akira Kurosawa. Il cumulo di rifiuti tossici su cui sono deportati i cani diviene un paesaggio contemporaneo

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 3 maggio 2018
C’è una città in un Giappone futurista come un fumetto degli anni Sessanta che si chiama Megasaki, il cui sindaco-dittatore Kobayashi perseguita i cani. E c’è un ragazzino, «il piccolo pilota» Atari, che fugge a bordo di minuscolo jet per ritrovare il suo amato cane Spots su quella che chiamano «l’isola dei cani», una terra post-apocalittica intossicata da cumuli di rifiuti di ogni tipo. È lì che il sindaco Kobayashi (gattaro incallito), suo padre adottivo, ha deportato tutti i cani della città, quelli coccolati di famiglia e quelli di strada perseguendo uno sterminio organizzato dalle radici antiche, e che da...

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