Cultura

Il posto scomodo di chi è invisibile

Il posto scomodo di chi è invisibileUn’opera di Isaac Cordal

BIENNALE DEMOCRAZIA Estratto dell’intervento che verrà presentato oggi alla kermesse torinese. La parola democrazia è «perturbante». Nomina un sistema istituzionale ma anche un movimento, una spinta. La dialettica ha avuto una interruzione. Nel corpo di Stefano Cucchi, straziato dall’accanirsi di servitori dello Stato, una delle contraddizioni. Migranti e senza documenti, muoiono in mezzo al mare o attendono cittadinanze che non arrivano

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 marzo 2019
Democrazia è oggi parola che ha un suono un po’ spaesante, potremmo perfino dire «perturbante» con un riferimento a quella dialettica di familiare ed estraneo che ne definisce il concetto per Freud. Da una parte, come resistere all’impressione che la democrazia sia in qualche modo esausta, svuotata da un insieme di processi e di poteri che ne aggirano continuamente le procedure, le forme e lo stesso «spirito»? Se siamo tutti familiari con le analisi dei processi contemporanei di governo (o di governance) che ne sottolineano la natura ormai compiutamente «post-democratica», abbiamo anche chiara la sensazione che la nostra vita sia...

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