Internazionale
Il pressing dell’ipocrisia per accalappiarsi miliardi
La Supercoppa italiana in Arabia Saudita Prima si fa l’accordo per disputare la partita (o il torneo) con la dittatura che ne ha bisogno per ripulirsi un po’ l’immagine. E tutto tace. Poi monta l’indignazione, spesso mirando a obiettivi sbagliati, giusto per consolare le nostre coscienze. Poi cala di nuovo silenzio
La Supercoppa italiana in Arabia Saudita Prima si fa l’accordo per disputare la partita (o il torneo) con la dittatura che ne ha bisogno per ripulirsi un po’ l’immagine. E tutto tace. Poi monta l’indignazione, spesso mirando a obiettivi sbagliati, giusto per consolare le nostre coscienze. Poi cala di nuovo silenzio
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 16 gennaio 2019
Una delle fondamenta su cui si regge l’architrave del potere dello sport è l’ipocrisia, declinata nelle sue varie forme. Prima si fa l’accordo per disputare la partita (o il torneo) con la dittatura che ne ha bisogno per ripulirsi un po’ l’immagine. E tutto tace. Poi monta l’indignazione, spesso mirando a obiettivi sbagliati, giusto per consolare le nostre coscienze. Poi cala di nuovo silenzio. O PEGGIO, si alza un florilegio di giustificazioni sul perché sia doveroso giocare. Succede oggi quando, per presentare la partita di Supercoppa tra Juventus e Milan in Arabia Saudita, si fanno capriole e salti mortali per raccontare...