Alias
Il sogno cubano delle scuole d’arte è cambiato insieme al mondo
Intervista Parla l'architetto Roberto Gottardi, che a cinquant'anni dall'inizio dell'utopia e dopo critiche anche feroci riprende in mano i suoi disegni. "Ci dissero ’fate quello che volete’, poi vennero le accuse di elitarismo. Ma le scuole anche se incompiute sono lì e hanno prodotto ottimi artisti. Questo è quello che conta"
Veduta delle coperture della Scuola di teatro di Gottardi (foto Giulio Pietromarchi)
Intervista Parla l'architetto Roberto Gottardi, che a cinquant'anni dall'inizio dell'utopia e dopo critiche anche feroci riprende in mano i suoi disegni. "Ci dissero ’fate quello che volete’, poi vennero le accuse di elitarismo. Ma le scuole anche se incompiute sono lì e hanno prodotto ottimi artisti. Questo è quello che conta"
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 17 maggio 2014
Roberto LiviL'AVANA
In un piccolo appartamento al quinto piano (senza ascensore) di un edificio di microbrigadas nel Nuevo Vedado, Roberto Gottardi progetta un nuovo intervento di integrazione e restauro della sua Scuola di teatro dell’Istituto superiore d’arte. «È il quarto a cui lavoro», afferma con un sorriso e un’energia che poco hanno a che vedere con i suoi 87 anni compiuti. In un continuo sforzo di collegare quanto aveva pensato quasi cinquant’anni fa e i cambiamenti richiesti non solo dalle nuove esigenze e programmi della scuola e delle tecniche di costruzione, ma anche «dal mio modo di progettare, di relazionarmi con il...