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Il promemoria antropologico di Renata Boero

Il promemoria antropologico di Renata BoeroRenata Boero, "La sedia e il mare", anni settanta, Super 8

A Milano, Museo del Novecento, la mostra "Kromo-Kronos" di Renata Boero Alla metà degli anni sessanta l'artista, partendo dalla lezione del suo maestro Emilio Scanavino, faceva della «traccia» una singolare chiave espressiva, con rimandi femminili all’etnografico. I suoi teli vanno letti insieme ai graffiti camuni di Franca Ghitti e al cosmo alchemico di Gabriella Benedini

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 5 maggio 2019
E’ la metà degli anni sessanta quando Renata Boero (Genova 1936) comincia a realizzare i Cromogrammi: grandi teli colorati per immersione in infusi di pigmenti naturali (curcuma, henné o cocciniglia prevalentemente) e ripiegati più volte, affinché su di loro si imprimesse in modo plastico una griglia regolare, generando un contrasto fra un atto empirico e un desiderio di ordine. Questo genere di opere, di cui il Museo del Novecento di Milano presenta un’inedita selezione nella mostra Kromo-Kronos a cura di Anna Daneri e Iolanda Ratti (fino al 23 giugno), nasce quindi da un’impronta naturale, un tentativo di inserire una materia...

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