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Il Quantitative easing di Draghi, alla fine tanto denaro per nulla

Il Quantitative easing di Draghi,  alla fine tanto denaro per nulla

Crisi Ue e operazione della Bce egli Stati Uniti il successo del Quantitative easing è stato determinato, oltre che dalle particolari caratteristiche dell’economia (la maggior parte delle imprese americane si finanziano sul mercato), dal concorso della spesa in deficit dello Stato, che è arrivata a toccare il 12% del Pil

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 4 marzo 2016
Il Quantitative easing (QE) di Draghi compie un anno e gli ultimi dati sull’inflazione in Europa ne certificano senz’appello il fallimento. Cos’è successo? Molto semplicemente che l’immissione nel sistema di quasi 800 miliardi di euro (1.140 miliardi fino a settembre 2016), attraverso l’acquisto di titoli di Stato ed altri asset finanziari (obbligazioni garantite e prodotti di cartolarizzazioni), non ha finora minimamente smosso l’economia dell’eurozona, favorendo la tanto agognata ripresa dei consumi. Gli ultimi dati forniti da Istat ed Eurostat confermano che l’Europa, dopo nove mesi, è tornata in deflazione (-0,2% a febbraio), con l’Italia che fa registrare addirittura un’inflazione negativa...

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