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Il Quinto Beatle, nascita di un mito

Il Quinto Beatle, nascita di un mitoBruno Koschmider

Storie/Dieci scarafaggi «indispensabili», piccoli, grandi registi occulti Manager, giornalisti, faccendieri, fidanzate e musicisti che per un verso o per l’altro sono passati alla storia come «uno dei Fab». Contribuirono a plasmare un gruppo capolavoro che da oltre 50 anni non ha mai smesso di produrre ricchezza

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 24 maggio 2014
Quando nel 1962 un’oscura rock band liverpooliana piazza il 45 giri d’esordio, Love Me Do, nella hit parade inglese, il pubblico fa la conoscenza innanzitutto con un poker di ragazzi poco più che ventenni chiamati per nome di battesimo – John, Paul, George, Ringo – e solo in un secondo momento anche come Lennon, McCartney, Harrison, Starr (nickname di Richard Starkey). La forza dei Beatles consiste, da allora fino gli ultimi trionfi come gruppo (1968-69), nell’immagine compatta, unitaria, indissolubile che i ‘Quattro’ danno di sé: non a caso mai espressione diventa più azzeccata di quella italiana usata per il titolo...

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