Economia

Il racconto di Roma Capitale delle povertà dove cresce la classe dei «working poors»

Il racconto di Roma Capitale delle povertà dove cresce la classe dei «working poors»Manifestazione «Uniti per la legalità» a Ostia (Roma) – Vincenzo Livieri/LaPresse

Rapporto Caritas Città di case senza gente e di gente senza case, atroce bellezza per nulla grande, vasta periferia, geografica e dell’anima. La crisi assedia centro e periferie. Crescono le dipendenze: droga alcol e azzardo. 9,8 per cento è la disoccupazione registrata in città. In dieci anni, dopo i finti fasti veltroniani, è aumentata del 2,6%. Era al 7,2%. 130 mila alloggi sfitti nella città delle «case senza gente e della gente senza casa». Quello immobiliare è un mercato spietato che genera precarietà e sfratti. 7,8 miliardi di euro è il giro di affari nel Lazio, ma in gran parte romano. Crescono le ludopatie e le richieste di cure psichiatriche mentre servizi sono tagliati

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 12 novembre 2017
È nata una «classe» di nuovi poveri, cresciuta nelle periferie e nelle classi meno abbienti, come pure nella classe media. Si tratta di una condizione sociale, economica e psicologica trasversale determinata dall’austerità dei tagli alla spesa sociale, ai trasporti, dalla precarietà di massa e dall’abbandono dei servizi che scaricano sulle famiglie costi intollerabili. Capitale di un paese impoverito, impaurito e risentito. In sé città dell’esclusione che si manifesta in maniera imprevedibile. Quello che colpisce nel rapporto della Caritas, presentato ieri all’università Lateranense, è il racconto del «barbonismo domestico», persone che vivono nell’abbandono più totale anche se possiedono una casa e non...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi