Internazionale
Il regno della paura. In Marocco «siamo tutti in libertà provvisoria»
Intervista al giornalista-accademico Omar Brouksy L’allergia del re alle voci critiche, dopo l’arresto dell’amico e collega Mâati Monjib. «La pressione del regime di Mohammed VI è costante: immagina, un capo di stato con poteri assoluti che passa il suo tempo a pensare a come far tacere un giornalista...»
Mâati Monjib, giornalista e storico marocchino, in carcere dal 29 dicembre – Ap
Intervista al giornalista-accademico Omar Brouksy L’allergia del re alle voci critiche, dopo l’arresto dell’amico e collega Mâati Monjib. «La pressione del regime di Mohammed VI è costante: immagina, un capo di stato con poteri assoluti che passa il suo tempo a pensare a come far tacere un giornalista...»
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 3 febbraio 2021
«È il re che ha un problema con la libertà di espressione e di informazione, non il Marocco». Omar Brouksy, giornalista, scrittore e professore di Scienze Politiche rifugiato a Parigi commenta così l’arresto del collega e amico Maâti Monjib, avvenuto a Rabat lo scorso 29 dicembre. «Siamo tutti in libertà vigilata e stavolta è toccato a lui», dice. Un arresto che era nell’aria. Monjib è un intellettuale che ha denunciato le contraddizioni del Paese e lo ha fatto valicando i confini nazionali con pubblicazioni in inglese e francese: «Per una potenza antidemocratica che non rispetta i diritti umani, il suo...