Cultura
Il rifiuto ostinato di darsi per vinti
TEMPI PRESENTI «Spettri della mia vita» di Mark Fisher, uscito per minimum fax. Un collage sui fantasmi del passato, gli anni Sessanta e Settanta sovversivi e culturalmente creativi. Un volume sul pericolo della nostalgia che può bloccare la riflessione teorica e politica sul presente
Una immagine di Chema Madoz
TEMPI PRESENTI «Spettri della mia vita» di Mark Fisher, uscito per minimum fax. Un collage sui fantasmi del passato, gli anni Sessanta e Settanta sovversivi e culturalmente creativi. Un volume sul pericolo della nostalgia che può bloccare la riflessione teorica e politica sul presente
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 20 giugno 2019
Alcune volte per capire la logica combinatoria di un libro frammentario occorre partire dalla fine, cioè dagli ultimi scritti che lo compongono. Già, perché Mark Fisher aveva uno stile enunciativo frammentario e sincopato, al pari della musica – dall’ambient alla techno, al Britpop, all’elettronica, ma questo è un campo infido perché sconosciuto per chi scrive – che amava e che costituisce la colonna sonora della sua produzione teorica. E i testi dai quali bisogna prendere le mosse per comprendere la tensione filosofica, politica che anima questo Spettri della mia vita (minimum fax, pp. 315, euro 18, traduzione di Vincenzo Perna)...