Cultura
Il riscatto degli oggetti umili
Intervista Alla Marsèlleria di Milano è approdato il collettivo brasiliano dei Chelpa Ferro con la mostra «Spacemen/Cavemen». «Niente è troppo esplicito e non esiste un messaggio unico. È tutto più complesso e misterioso di quello che vediamo»
Un momento della performance dei Chelpa Ferro alla Marsèlleria di Milano – Foto di Sara Scanderebech
Intervista Alla Marsèlleria di Milano è approdato il collettivo brasiliano dei Chelpa Ferro con la mostra «Spacemen/Cavemen». «Niente è troppo esplicito e non esiste un messaggio unico. È tutto più complesso e misterioso di quello che vediamo»
Pubblicato quasi 7 anni fa
Il loro nome – Chelpa Ferro – rimanda a un antico modo, molto colloquiale, di indicare il denaro in portoghese. Ed è proprio intorno al valore economico e a quello di «scambio della merce» che il trio brasiliano (composto da Barrão, Luiz Zerbini e Sergio Mekler) ragiona, attraverso una serie di performance che mixano cinema, musica e arte. In verità, al collettivo interessa un coinvolgimento fisico, che spoglia gli oggetti della quotidianità di ogni valenza funzionale per riportarli al puro suono, alla tattilità, al loro prendersi lo spazio con un ingombro tecnologico, coltivando la trasformazione attiva al posto della dismissione...