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Il ristoro alle menti deliranti
In una parola La paura del virus e degli effetti che rischia di produrre chissà per quanto tempo ancora si somma allo scontento per quello che non funziona come dovrebbe, per quanto non è stato fatto bene, per la caotica comunicazione di pareri politici, nazionali e locali, e tecno-scientifici spesso clamorosamente opposti.
– LaPresse
In una parola La paura del virus e degli effetti che rischia di produrre chissà per quanto tempo ancora si somma allo scontento per quello che non funziona come dovrebbe, per quanto non è stato fatto bene, per la caotica comunicazione di pareri politici, nazionali e locali, e tecno-scientifici spesso clamorosamente opposti.
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 3 novembre 2020
Sui dizionari si ritrovano i seduttivi versi di Ugo Foscolo: L’aurea beltade ond’ebbero / ristoro unico ai mali / le nate a delirar menti mortali. La bellezza è quella femminile, incarnata nel volto e nel corpo – sull’avvenenza del quale l’ode volentieri indugia – dell’”amica risanata” Antonietta Fagnani Arese. Simbolo di ogni bellezza e specialmente degli incanti della poesia. Per dire che la parola ristoro può evocare sentimenti alti e piaceri spirituali così come squisitamente carnali. La nostra geniale burocrazia, o i comunicatori accanto al premier Conte, chissà, avevano forse questo retropensiero più o meno inconscio lanciando il “decreto ristori”, dove...