Visioni

Il ritorno all’inferno di «Rambo»

Il ritorno all’inferno di «Rambo»

Al cinema Stallone torna al suo lato oscuro con «Last Blood», il quinto capitolo della saga diretto da Adrian Grunberg. Stroncato dalla critica Usa che accusa il personaggio di essere trumpista, è un film cattivo e crudo, un dinosauro che viene voglia di difendere

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 26 settembre 2019
Dal 1982, quando John Rambo è arrivato -a piedi, sacca militare in spalla- sul ponte che porta a Hope (in italiano «speranza») l’inferno è sempre stato un luogo centrale della sua mitologia. Prima di tutto quello interiore («Rambo è una macchina da guerra che non si può spegnere», secondo Sylvester Stallone, nel 1985) e poi quello dantesco di sangue, viscere e violenza che, nel rituale in crescendo interno ai singoli film e alla stessa franchise, ha portato il leggendario veterano del Vietnam dall’America reaganiana a quella di Trump. Immerso in brandelli splatter di miliziani burmesi e missionari cristiani a Myanmar,...

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