Cultura

Il segreto delle lingue e la loro mescolanza

Il segreto delle lingue e la loro mescolanzaRembrandt, «De Nachtwacht» (1642), ora al Rijksmuseum di Amsterdam

ITINERARI CRITICI «Europa romanza», un libro di Lorenzo Tomasin edito da Einaudi. Il volume si dipana tra storie plurali di donne e uomini offrendo una via inconsueta alla filologia. Restituiti dal silenzio di archivi legali e mercantili, ci sono abitanti di paesaggi tenuti insieme dalla radice romana delle loro lingue: la Romània, al crepuscolo del Medioevo e appena oltre. Dai documenti di commercio a quelli della vita quotidiana, passando per la regina Elisabetta I, l’ultimo imperatore latino di Costantinopoli e addirittura Mozart

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 17 aprile 2021
La filologia è un’arte strana, difficile da spiegare. Un po’ aliena, addirittura. Filo-logia. Già il termine sembra combinare le metà spaiate di altre devozioni e discipline, dai nomi più chiari. Tutti sanno che la filo-sofia si fa amando il sapere e che la bio-logia dice della vita; che il fil-antropo ama il prossimo suo mentre l’antropo-logo ne dice; e via dicendo (e amando) in greco. Ma cosa fa il filo-logo? Ama il logos, il linguaggio, quel che si dice? O dice d’amore, per citar male un poemetto medievale che i filologi stessi annoverano tra le opere di Dante pur avendo...

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