Politica
Il senato di Renzi non ha i numeri
Riforma Presentati gli emendamenti al ddl Renzi-Boschi. In maggioranza sono per il mantenimento dell'elezione diretta. Ma non è detto che si voteranno. E se Se il governo non riuscisse a bloccare Grasso resta il soccorso del Nazareno. O la «mediazione» di Quagliariello, benedetta da Napolitano
Il presidente del senato Pietro Grasso
Riforma Presentati gli emendamenti al ddl Renzi-Boschi. In maggioranza sono per il mantenimento dell'elezione diretta. Ma non è detto che si voteranno. E se Se il governo non riuscisse a bloccare Grasso resta il soccorso del Nazareno. O la «mediazione» di Quagliariello, benedetta da Napolitano
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 8 agosto 2015
Andrea FabozziROMA
Abbandonare il bicameralismo paritario ma mantenere l’elezione diretta dei senatori. È questa la posizione prevalente a palazzo Madama, dove ai primi di settembre cominceranno le votazioni sul disegno di legge di revisione costituzionale Renzi-Boschi. Che la proposta governativa di un senato composto da consiglieri regionali e sindaci (scelti con un’elezione di secondo grado nei consigli regionali) fosse in minoranza era immaginabile, da ieri è scritto negli emendanti che i senatori hanno depositato in prima commissione. Ma tra il deposito e la votazioni c’è di mezzo la sospensione estiva. Alla ripresa bisognerà sciogliere prima di tutto il nodo dell’ammissibilità degli emendamenti...