Politica
Il Senato salva Calderoli: negli insulti a Kyenge non c’è istigazione all’odio razziale
Razzismo L'aula, con un escamotage da azzeccagarbugli, dà l'autorizzazione a procedere ma solo per diffamazione. Per la maggioranza dei senatori, tra cui molti del Pd, evidentemente dare della scimmia a una donna africana è una opinione insindacabile tutelata dalla Costituzione. L'ex ministro: "Farò ricorso alla Corte europea".
Razzismo L'aula, con un escamotage da azzeccagarbugli, dà l'autorizzazione a procedere ma solo per diffamazione. Per la maggioranza dei senatori, tra cui molti del Pd, evidentemente dare della scimmia a una donna africana è una opinione insindacabile tutelata dalla Costituzione. L'ex ministro: "Farò ricorso alla Corte europea".
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 17 settembre 2015
Luca FazioMILANO
Ricordate? Nel luglio 2013, durante un comizio e poi su facebook, quel buontempone di Roberto Calderoli paragonò l’ex ministro Cécile Kyenge a una scimmia. “Quando vedo le immagini della Kyenge e quelle sembianze da orango, resto ancora sconvolto”. Grandi risate dei leghisti, anche se la Procura chiese il rinvio a giudizio immediato. Ieri, a due anni dal fatto e con il processo già cominciato, il Senato ha deciso che il reato c’è (la diffamazione) ma non l’aggravante non sussiste (l’istigazione all’odio razziale). E così il “via libera” all’autorizzazione a procedere contro Roberto Calderoli solo per diffamazione nei confronti di Cécile...