Visioni
Il sentimento della comunità dentro il teatro, oltre la distanza
Santarcangelo Si è chiuso il Festival dei 50 anni curato da Motus, tra la pandemia e la sfida di un «Futuro fantastico». Le multiple identità di Benjamin Kahn, la «cura» secondo Virgilio Sieni, mentre Fanny & Alexander rileggono Primo Levi
Un frammento da «Sorry, but I feel slightly disidentified...» di Benjamin Kahn, con in scena Cherish Menzo
Santarcangelo Si è chiuso il Festival dei 50 anni curato da Motus, tra la pandemia e la sfida di un «Futuro fantastico». Le multiple identità di Benjamin Kahn, la «cura» secondo Virgilio Sieni, mentre Fanny & Alexander rileggono Primo Levi
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 luglio 2020
Gianni ManzellaSANTARCANGELO
Era molto diversa Santarcangelo quarant’anni fa o giù di lì, quando per la prima volta si arrivò nella cittadina romagnola sulle tracce di un festival che ancora portava l’intestazione del «teatro in piazza» ma che ne spostava con decisione il baricentro in direzione di una ricerca che allora aveva ancora un peso specifico preciso nella cultura nazionale, difficile da comprendere per chi non ha vissuto quei momenti. Quest’anno il festival compiva cinquant’anni e se ne annunciava un’edizione un po’ speciale, sotto la cura di Daniela Nicolò e Enrico Casagrande. Poi è successo quello che sappiamo. Quello che doveva essere il...