Internazionale
Il silenzio dell’Egitto su Giulio Regeni. La famiglia: «Un fallimento»
Bell'affare L’atteso incontro tra procure si conclude con un nulla di fatto. «Ritirare l’ambasciatore», chiedono i genitori del ricercatore. Dieci giorni fa il primo ministro Conte prometteva: business e armi porteranno collaborazione. Stiamo militarizzando il Mediterraneo, armando uno dei suoi più brutali regimi e siamo senza verità
Pif, Claudio Regeni, Paola Deffendi e Alessandra Ballerini all’incontro sul libro «Giulio Fa Cose» a Milano – Ansa
Bell'affare L’atteso incontro tra procure si conclude con un nulla di fatto. «Ritirare l’ambasciatore», chiedono i genitori del ricercatore. Dieci giorni fa il primo ministro Conte prometteva: business e armi porteranno collaborazione. Stiamo militarizzando il Mediterraneo, armando uno dei suoi più brutali regimi e siamo senza verità
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 2 luglio 2020
Chiara CruciatiROMA
La strategia «soft» del governo Conte per convincere gli egiziani a dire la verità sulla morte di Giulio Regeni ci ha impiegato appena un’ora a evaporare, vittima della sua stessa inconsistenza. Ci aveva spiegato, a noi che non vogliamo capire, che l’unico modo per ottenere collaborazione dal regime del presidente al-Sisi sono il business, le fregate Fincantieri da 1,2 miliardi di euro e poi jet e caccia e satelliti, nove, undici miliardi di euro. È bastata una videoconferenza e il castello di carta è volato via. Ieri, a 14 mesi dalla rogatoria dell’aprile 2019 mossa dalla Procura di Roma agli...