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Il silenzio dell’università e le responsabilità del ceto politico
Saperi Schiacciato dall’ideologia produttivistica e dalla precarietà, dal mondo dell’università non può più venire alcun moto di ribellione. Deve muoversi con urgenza il governo
Hortus Clausus, 1981 – Giulio Paolini
Saperi Schiacciato dall’ideologia produttivistica e dalla precarietà, dal mondo dell’università non può più venire alcun moto di ribellione. Deve muoversi con urgenza il governo
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 2 ottobre 2020
Un sovrumano silenzio e una profondissima quiete gravano sulla vita dell’Università italiana e il fatto che il ministro che la governa sia un ex rettore, un uomo che viene da quel mondo, non sembra cambiare le cose. La nostra Università, quale protagonista attivo della vita civile del Paese, non c’è più. E non l’ha uccisa il Covid 19, ma un insieme di processi e di scelte, che l’hanno radicalmente trasformata. È antropologicamente cambiato il corpo dei docenti. Da 10-15 anni ha lasciato l’insegnamento un’ampia schiera, quella che potremmo chiamare la generazione dei maestri. Studiosi che dagli anni ’50 in poi...