L’ultima Ora della Calabria, il silenzio in redazione
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L’ultima Ora della Calabria, il silenzio in redazione

Giornalismo Un anno fa il suicidio di Alessandro Bozzo, giornalista d’inchiesta più volte minacciato dalla mafia, già redattore precario del quotidiano «L’Ora della Calabria». Sabato a Cosenza i suoi scritti in un convegno sulla libertà di stampa in terra di ’ndrangheta
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 13 marzo 2014
A marzo piove spesso su Donnici, briosa località alle porte di Cosenza. È una pioggerella fredda, di quelle amate da Alessandro Bozzo, giornalista calabrese dagli occhi sottili, le movenze e il viso delicati alla John Lennon. Alessandro coltiva miti e utopia delle culture nord europee, spalanca le palpebre e flette il proprio capo all’indietro ogni volta che qualcosa lo meraviglia. È fine e riservato, la sua scrittura ne riflette l’indole: tenue, garbata, sobria. Eppure riesce ad essere molto incisivo quando s’indigna. Ha un insidioso hobby: punzecchiare i potenti, graffiandoli con ruvide pennellate d’inchiostro. Quelli lo ricambiano a suon di minacce...

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