Visioni
Il sogno della città ideale, l’amara utopia di «Un uomo senza meta»
Teatro Ultima replica primo del nuovo stop, per un testo del norvegese Arne Lygre con un bravissimo Francesco Colella
Francesco Colella – foto di Guido Mencari
Teatro Ultima replica primo del nuovo stop, per un testo del norvegese Arne Lygre con un bravissimo Francesco Colella
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 31 ottobre 2020
A un mese dalla sua prima apparizione italiana (Niente di me, presentato da Jacopo Gassman alla Biennale veneziana) torna la scrittura del norvegese Arne Lygre all’Argentina con la regia di Giacomo Bisordi per Uomo senza meta. Anche qui una scrittura all’apparenza quotidiana, asciutta ma mai univoca, quasi in souplesse, raccontando senza gridare possibili drammi esistenziali o scelte capitali. Come quella del facoltoso utopista che un giorno decide di spendere tutto il proprio capitale per trasformare una landa desolata e cadente in una sorta di città ideale, a misura del benessere di coloro che la abiteranno. Salvo rendersi poi conto, 30...